Sabato 4 ottobre 2025, ore 18.00
Ellebi Galleria e Dimora d’Arte
Piazza Ortale n. 20 – Cosenza
visita mostra
tel. 349-5756593
tel. 380-7777521
www.galleriaellebi.com
In occasione della Ventunesima giornata del Contemporaneo, la Ellebi Galleria e Dimora d’Arte è lieta di presentare “Talkin’ Painting”, la nuova mostra personale di Giancarlo Montuschi, che verrà inaugurata sabato 4 ottobre 2025 alle ore 18.00 alla presenza dell’artista.
Il titolo prende ispirazione dal Talkin’ Blues americano, una forma musicale nata dalla strada, libera e narrativa, che qui diventa ritmo visivo e struttura poetica.
La pittura di Montuschi è una sintesi di linguaggi e suggestioni: dalle grandi automobili americane che solcano highway infinite, simbolo di un’epopea di libertà e modernità, alle insegne luminose e alle pompe di benzina, frammenti di un immaginario pop che appartiene ormai alla memoria collettiva. Accanto a queste icone della quotidianità, fanno irruzione razzi, astronavi e figure interstellari che riportano all’estetica della fantascienza degli anni ’30 e ’40, tra vecchi fumetti, riviste pulp e pellicole vintage. Il tutto si svolge sotto cieli profondi e stellati, costanti nella sua ricerca, come scenografie di un altrove possibile.
È un mondo che vive di contaminazioni, in cui la musica attraversa i dipinti come una colonna sonora invisibile: il ritmo del blues, la leggerezza della lounge, le atmosfere rarefatte dello space age. Montuschi sembra costruire per le sue opere una playlist ideale, un accompagnamento sonoro che vibra insieme al colore, con lo stesso senso di libertà e invenzione.
In mostra, insieme a due grandi dipinti, saranno presenti anche opere che evocano tanto i ricordi cinematografici quanto i sogni interspaziali, con titoli emblematici come Betty Boop e i vecchioni, Sogno felliniano, Ricognizioni su Pigalle ed Esploratori intergalattici. Accanto a queste tele, il pubblico potrà ammirare una grande parete composta da 50 piccoli disegni, raffinate miniature che condensano in scala intima e preziosa la narrazione astro pop di Montuschi: piccole storie dipinte, quasi pagine di un diario visivo, che restituiscono al visitatore l’anima più segreta, ironica e poetica dell’artista.
Se da un lato la pittura di Montuschi è gioiosa, ironica e vitale, dall’altro non manca di confrontarsi con un orizzonte più cupo e inquieto, come dimostra la serie “Pulp Stories”. Qui il colore, invece di esplodere sulla tela, si concentra in un unico elemento, circondato dal nero monocromo che segna le sagome di un mondo avverso, desolato intriso di mistero. L’atmosfera è quella di un film dei fratelli Coen: un fato imperscrutabile, luoghi fermi in un tempo indefinito, soggetti che sembrano muoversi tra noir e western, tra citazioni pop e archetipi della memoria collettiva. Questi personaggi diventano protagonisti di uno storyboard illustrato di un film mai girato, un racconto per immagini che trasforma il cinema in pittura e la pittura in cinema.
“Le mie opere sono il risultato del paesaggio contemporaneo mutuato dal cinema americano”, afferma l’artista, “dove si fondono elementi di immaginario fantascientifico degli anni ’30 e ’40 con i miei ricordi di gioventù.”
Con “Talkin’ painting”, la Ellebi Galleria e Dimora d’Arte invita il pubblico a entrare in questo universo complesso e affascinante: un viaggio che attraversa la cultura pop e le visioni interstellari, le strade americane e i cieli stellati, il fascino dei ricordi cinematografici e l’inquietudine dei paesaggi interiori. Una mostra che restituisce al visitatore tutta la ricchezza di un linguaggio pittorico capace di raccontare il presente attraverso le forme del passato e i sogni del futuro.
Giuseppe Gallo nasce a Rogliano (CS) nel 1954. Vive e lavora a Roma dal 1976, anno in cui inaugura la prima personale presso la Galleria Ferro di Cavallo. Nel 1979 approda in ambito internazionale con Europa ’79 a Stoccarda. In questi anni stabilisce il suo studio nell’ex-pastificio Cerere, quartiere San Lorenzo. Durante tale periodo si moltiplicano le iniziative nazionali ed internazionali:
varie esposizioni presso la Galleria Ferranti di Roma; rassegne al Groninger Museum a Groningen; alla Haus am Waldsee a Berlino nel 1981; l’esordio a New York con la Annina Nosei Gallery nel 1983, la partecipazione alla collettiva Atelier a cura di Achille Bonito Oliva nel 1984, L’Italie aujourd’hui/Italia oggi a Nizza e la mostra Anniottanta a Bologna nel 1985. Nello stesso anno è invitato a partecipare alla XIII Biennale de Paris.
Tra il 1986 e il 1992 si susseguono cinque personali: Sperone Westwater a New York con il catalogo scritto da Giorgio Agamben;
L.A. Louver di Venice; Akira Ikeda a Tokyo; Gallerie Di Meo a Parigi e Galleria Triebold a Basilea. Partecipa alla Biennale di Venezia
sia nel 1986 che nel 1990 con una sala personale presso il Padiglione Italia.
Nel 1990 inaugura la mostra Giuseppe Gallo. Oh Vocazione allestita prima a Roma, presso la Galleria Gian Enzo Sperone, e successivamente a Milano presso la Galleria Claudia Gian Ferrari Arte Contemporanea, dove esporrà nuovamente nel 1995 con la personale Giuseppe Gallo. Con le unghie della purezza. Risalgono al 1989 e 1993 due personali presso la Galleria di Alessandro Bagnai a Siena: Gallo è pazzo e Giuseppe Gallo. Danza armonia sui volti/sfiora le ciglia/e fermati sulle labbra di chi ride. Nel 1998 presenta la personale Tempus edax rerum. Seven Sculptures Measuring Time and Gallo’s Twenty-four Hours a Vienna, presso la
Galerie Ernst Hilger, e successivamente a Parigi presso la Galerie Di Meo. Nel 2001 presenta al Museo di Rende, sua terra di origine, Prova generale, un’analisi della sua intera attività, a cura di Achille Bonito Oliva, con la direzione generale di Tonino Sicoli;
l’anno successivo inaugura una mostra-allestimento presso la Fondazione Volume! di Roma, e nel 2004 dedica alle sue sculture la retrospettiva Percorso amoroso presso la Galleria Civica di Spoleto, a cura di Giovanni Carandente. Dal 2005 al 2006, si susseguono una serie di esposizioni personali, quali Mito-Rito-Sito a cura di Rolf Lauter e Mirta D’Argenzio (Galleria dello Scudo, Verona) e Gioco felice di un suonatore di tamburi (Galleria d’arte Emilio Mazzoli, Modena). Nel 2007 gli viene dedicata una personale al MACRO, Museo d’Arte Contemporanea di Roma, a cura di Danilo Eccher, dove vengono ripercorsi i 25 anni della sua produzione
artistica. L’anno seguente inaugura un’ampia rassegna, a cura di Inge Herold e Danilo Eccher, dedicata al suo lavoro presso la
Kunsthalle di Mannheim. Del 2008 è la personale Giuseppe Gallo. Symphonie en trois mouvements, presso la Galerie Di Meo a Parigi. Tra il 2009 e il 2010 partecipa a numerose collettive in importanti musei e spazi pubblici italiani quali: Italia Contemporanea.
Officina San Lorenzo al MART -Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto; Gli anni 80. Una prospettiva italiana, alla Villa Reale di Monza; Keep your seat: stai al tuo posto alla GAM –Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino.
Il Centro Italiano Arte Contemporanea di Foligno gli dedica una personale nel 2010, La leggerezza dell’incoscienza; è del 2013 la personale Prismi all’Oratorio di San Rocco di Padova; mentre nel 2014 viene inauguratala mostra Gallo morto per amore –piccole sculture corpo a corpo a Bibo’s place, Todi. Nel 2015 sono tre le personali a lui dedicate: Il Quinto Quarto, in occasione dei dieci anni della Fondazione Pastificio Cerere, Rettangoli Aurei alla Galerie Italienne di Parigi e Una notte ho provato a uccidere un sogno. Da allora non mi sono più svegliato presso il Castello Normanno-Svevo di Cosenza.
Le opere di Giuseppe Gallo fanno parte di prestigiose collezioni pubbliche quali il Moma di New York, il Museum Modern Kunst Stiftung Ludwig di Vienna, il Contemporain Midi Pirenées di Toulouse, il Groninger Museum, il Fukuyama Museum of Art, il Museum Biedermann di Donaueschingen, il MART di Rovereto, la GAM di Torino e il Parkview Green Museum di Pechino.