• Antropologia, tradizioni e ritualita' meridionale tra Calabria e Lucania

    RiMuseum - Università della Calabria 23.11____15.12.24

  • Gibellina: rinascita dell'arte

    MAON - Rende 14.12.24

Mario Carbone 

Fotografo e regista documentarista

Mario Carbone – Fotografo e regista documentarista

A cura di Martina Cavallarin
con Antonio Caruso
Ellebi Galleria e Dimora D’arte, piazza Ortale n. 20 Cosenza
12 ottobre – 23 novembre 2024
l’evento di apertura si inserisce nel programma Amaci della Ventesima Giornata del Contemporaneo

Mario Carbone – Fotografo e regista documentarista

A cura di Martina Cavallarin
con Antonio Caruso
Ellebi Galleria e Dimora D’arte, piazza Ortale n. 20 Cosenza
12 ottobre – 23 novembre 2024
l’evento di apertura si inserisce nel programma Amaci della Ventesima Giornata del Contemporaneo

Mario Carbone, nato a San Sosti, Cosenza, nel 1924, è una delle figure più rappresentative della fotografia e del cinema documentario italiano del XX secolo. Il suo obiettivo ha catturato con sensibilità e acume i grandi mutamenti sociali e artistici del Dopoguerra, raccontando per immagini la realtà italiana con uno sguardo che ha saputo unire la testimonianza visiva all’analisi sociale.

Dopo gli anni di apprendistato svolti a Cosenza prima e Milano poi, nel 1955 Carbone si stabilisce a Roma dove avvia una prolifica carriera come operatore cinematografico, direttore della fotografia e regista di documentari, collaborando con importanti registi quali Libero Bizzarri, Romano Scavolini Raffaele Andreassi. La sua produzione abbraccia temi di grande rilevanza sociale come la situazione meridionale, le lotte studentesche e gli eventi politici degli anni Sessanta-Ottanta. Tra i suoi lavori più noti vi è il docufilm sull’alluvione di Firenze del 1966, Firenze, novembre 1966, che gli vale prestigiosi riconoscimenti, tra cui il Premio San Marco al Festival di Venezia e il Nastro d’Argento per la miglior fotografia in bianco e nero.

Il legame di Carbone con il mondo dell’arte, rafforzato anche dalla moglie Elisa Magri direttrice della Galleria Ciak, lo porta a documentare l’attività della Scuola di Piazza del Popolo, ritraendo artisti come Mario Schifano, Tano Festa, Giosetta Fioroni Franco Angeli con il quale realizza il suo primo cortometraggio Inquietudine (1960). Negli anni Settanta immortala la scena della Performance Art, realizzando documenti visivi di eventi epocali come il Decennale del Nouveau Réalisme a Milano (1970) e la Prima Settimana Internazionale della Performance a Bologna (1977).

Le fotografie e i filmati di Mario Carbone, di straordinaria importanza per il loro valore culturale, storico e artistico, non sono solo documenti visivi, ma rilevanti strumenti di riflessione sulla società e sull’arte italiana del secondo Novecento.

CARBONE 100: Un Progetto di Mostra Diffusa

La mostra CARBONE 100 intende celebrare l’eredità culturale di Mario Carbone attraverso un’esposizione diffusa in più sedi:

    • La Galleria Nazionale di Cosenza accoglie il nucleo centrale del progetto, con foto e documentari che raccontano il rapporto di Carbone con artisti e performer che hanno segnato il mutare dello scenario artistico del Novecento. Tra le opere più significative, la documentazione delle performance tenutesi in occasione del Decennale del Nouveau Réalisme a Milano nel 1970 e della Settimana Internazionale della Performance a Bologna nel 1977.
    • Un viaggio nell’Italia meridionale vista attraverso immagini che ne ritraggono riti e tradizioni, è l’esperienza che si compie visitando il RiMuseum dell’Università della Calabria che espone foto dal grande valore antropologico, e la Biblioteca Storica del Liceo Classico B. Telesio. Qui gli scatti del soggiorno in Lucania compiuto con Carlo Levi testimoniano i luoghi di Cristo si è fermato a Eboli.
    • Il MAON ospita una giornata di studio sulla resilienza e sul legame fra arte e rinascita, con un focus sulle fotografie dedicate al terremoto del Belice del 1968 e successiva ricostruzione, e la realizzazione a Gibellina nel 1990 dell’installazione La montagna di sale di Mimmo Paladino.

Piazza Ortale n. 20 – Cosenza

visita mostra

tel. 349-5756593

tel. 380-7777521

www.galleriaellebi.com

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Barbara Bonfilio – Dragonfly #12 – 2016
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Giuseppe Gallo – I GIOCOLIERI DELL’ARMONIA
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Giuseppe Gallo – GALLO MORTO PER AMORE 2018
Giuseppe Gallo – DE UMBRIS IDEARUM 2021
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Biografia

Giuseppe Gallo nasce a Rogliano (CS) nel 1954. Vive e lavora a Roma dal 1976, anno in cui inaugura la prima personale presso la Galleria Ferro di Cavallo. Nel 1979 approda in ambito internazionale con Europa ’79 a Stoccarda. In questi anni stabilisce il suo studio nell’ex-pastificio Cerere, quartiere San Lorenzo. Durante tale periodo si moltiplicano le iniziative nazionali ed internazionali:
varie esposizioni presso la Galleria Ferranti di Roma; rassegne al Groninger Museum a Groningen; alla Haus am Waldsee a Berlino nel 1981; l’esordio a New York con la Annina Nosei Gallery nel 1983, la partecipazione alla collettiva Atelier a cura di Achille Bonito Oliva nel 1984, L’Italie aujourd’hui/Italia oggi a Nizza e la mostra Anniottanta a Bologna nel 1985. Nello stesso anno è invitato a partecipare alla XIII Biennale de Paris.

Tra il 1986 e il 1992 si susseguono cinque personali: Sperone Westwater a New York con il catalogo scritto da Giorgio Agamben;
L.A. Louver di Venice; Akira Ikeda a Tokyo; Gallerie Di Meo a Parigi e Galleria Triebold a Basilea. Partecipa alla Biennale di Venezia
sia nel 1986 che nel 1990 con una sala personale presso il Padiglione Italia.

Nel 1990 inaugura la mostra Giuseppe Gallo. Oh Vocazione allestita prima a Roma, presso la Galleria Gian Enzo Sperone, e successivamente a Milano presso la Galleria Claudia Gian Ferrari Arte Contemporanea, dove esporrà nuovamente nel 1995 con la personale Giuseppe Gallo. Con le unghie della purezza. Risalgono al 1989 e 1993 due personali presso la Galleria di Alessandro Bagnai a Siena: Gallo è pazzo e Giuseppe Gallo. Danza armonia sui volti/sfiora le ciglia/e fermati sulle labbra di chi ride. Nel 1998 presenta la personale Tempus edax rerum. Seven Sculptures Measuring Time and Gallo’s Twenty-four Hours a Vienna, presso la
Galerie Ernst Hilger, e successivamente a Parigi presso la Galerie Di Meo. Nel 2001 presenta al Museo di Rende, sua terra di origine, Prova generale, un’analisi della sua intera attività, a cura di Achille Bonito Oliva, con la direzione generale di Tonino Sicoli;
l’anno successivo inaugura una mostra-allestimento presso la Fondazione Volume! di Roma, e nel 2004 dedica alle sue sculture la retrospettiva Percorso amoroso presso la Galleria Civica di Spoleto, a cura di Giovanni Carandente. Dal 2005 al 2006, si susseguono una serie di esposizioni personali, quali Mito-Rito-Sito a cura di Rolf Lauter e Mirta D’Argenzio (Galleria dello Scudo, Verona) e Gioco felice di un suonatore di tamburi (Galleria d’arte Emilio Mazzoli, Modena). Nel 2007 gli viene dedicata una personale al MACRO, Museo d’Arte Contemporanea di Roma, a cura di Danilo Eccher, dove vengono ripercorsi i 25 anni della sua produzione
artistica. L’anno seguente inaugura un’ampia rassegna, a cura di Inge Herold e Danilo Eccher, dedicata al suo lavoro presso la
Kunsthalle di Mannheim. Del 2008 è la personale Giuseppe Gallo. Symphonie en trois mouvements, presso la Galerie Di Meo a Parigi. Tra il 2009 e il 2010 partecipa a numerose collettive in importanti musei e spazi pubblici italiani quali: Italia Contemporanea.
Officina San Lorenzo al MART -Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto; Gli anni 80. Una prospettiva italiana, alla Villa Reale di Monza; Keep your seat: stai al tuo posto alla GAM –Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino.

Il Centro Italiano Arte Contemporanea di Foligno gli dedica una personale nel 2010, La leggerezza dell’incoscienza; è del 2013 la personale Prismi all’Oratorio di San Rocco di Padova; mentre nel 2014 viene inauguratala mostra Gallo morto per amore –piccole sculture corpo a corpo a Bibo’s place, Todi. Nel 2015 sono tre le personali a lui dedicate: Il Quinto Quarto, in occasione dei dieci anni della Fondazione Pastificio Cerere, Rettangoli Aurei alla Galerie Italienne di Parigi e Una notte ho provato a uccidere un sogno. Da allora non mi sono più svegliato presso il Castello Normanno-Svevo di Cosenza.

Le opere di Giuseppe Gallo fanno parte di prestigiose collezioni pubbliche quali il Moma di New York, il Museum Modern Kunst Stiftung Ludwig di Vienna, il Contemporain Midi Pirenées di Toulouse, il Groninger Museum, il Fukuyama Museum of Art, il Museum Biedermann di Donaueschingen, il MART di Rovereto, la GAM di Torino e il Parkview Green Museum di Pechino.

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