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ANTONIO MARASCO

 

In occasione della grande mostra di ANTONIO MARASCO organizzata al Maon di Rende, la galleria d’arte Ellebi propone alla sua clientela un’importante selezione di cere litografiche anni ’60 del rappresentante calabrese più importante del futurismo, compagno di strada di personaggi che hanno dato un’impronta indelebile all’arte del Novecento come Umberto Boccioni con il quale partecipò nel 1915 alla Mostra Futurista in California e Filippo Tommaso Marinetti fondatore del Movimento che nel 1931, in occasione della mostra alla Galleria Botto di Firenze, lo presentò come «uno dei maggiori artisti del futurismo».

 

 

 

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CERE

 

CERE: monotipi su fondo litografico ma diversi nelle sfumature, poiché l’artista è intervenuto con colori a cera su ognuna di esse, rendendole pressoché simili ad opere uniche.

 

 

 

Antonio Marasco

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I SEGNI ZODIACALI

 

 

 

 

Biografia

 

Antonio Marasco è nato a Nicastro (Cz) nel 1896 ed è morto a Firenze nel 1975. Trasferitosi nel 1906 a Firenze. Il suo atteggiamento già da studente è stato anticonvenzionale e ribelle. Negli anni in cui ha frequentato l’Accademia Belle Arti di Firenze ha mostrato un’avversione antiaccademica, prendendo a sciabolate i quadri degli allievi di Galileo Chini in una mostra, determinando nel 1919 la sua espulsione da tutte le Accademie d’Italia. Frequenta gli ambienti artistici della città che gravitano attorno alla rivista «Lacerba» di Papini e Soffici (1913). Nel 1914 conosce Marinetti, con cui compie un memorabile viaggio in Russia, a Mosca e Pietroburgo, durante il quale conosce Majakowskjj, Malevic, Tatlin e gli esponenti dell’avanguardia russa. Nel mese di giugno del 1914 a Firenze conosce Umberto Boccioni, che influenza la sua pittura, definendolo “compagno di miracoli”. Con Boccioni partecipa nel 1915 alla Mostra Futurista della Panama-Pacific Exposition di S. Francisco in California. Nello stesso anno partecipa con Luigi Russolo alla mostra futurista della «Macbeth Gallery» di New York. Assieme a Prampolini e Evola collabora con il Movimento Dadaista svizzero.

Nel 1919 partecipa alla Esposizione Nazionale Futurista di Milano e a quella Internazionale al Winter Club di Torino. Fra il 1919 e il 1920 collabora unitamente a Prampolini al «November Gruppe» di Berlino; nel 1921 allestisce sempre a Berlino la sua mostra personale presso la galleria di Ruggero Vasari. Nel 1923 a Berna, aderisce il Gruppo futurista «Der Schrittweitei».

Ma il riconoscimento più importante per Marasco è la mostra alla Galleria Botto di Firenze (1931), quando Marinetti, nel presentarlo lo saluta come «uno dei maggiori artisti del futurismo». Nel 1932 Marasco fonda un Blocco Futurista Indipendente e nel 1933 dei Gruppi Futuristi di Iniziative prendendo le distanze dal marinettismo, secondo lui ritenuto troppo opportunista e poco selettivo.
Marasco e Marinetti tornano tuttavia ad una riconciliazione col Futurismo ufficiale, non solo da un punto di vista politico-sociale ma in direzione degli sviluppi artistici verso l’Aeropittura (1931). Marinetti lo definisce un “potente e originale aeropittore futurista”, con le sue “potenti creazioni del Padiglione Biennale” e con “il suo animo italiano combattivo a tutta prova.”

L’Aeropittura di Marasco rappresenta il volo, incrociando gli aeroplani con le montagne, in paesaggi con tagli trasversali e verticali dello spazio, attraversati da elementi del realismo essenziale.
Nel 1934 pubblica il romanzo futurista Panorami allo zenit; è invitato anche alla Quadriennale di Roma del 1939 e alla Biennale di Venezia del 1942.

Nel 1949 si trasferisce a Roma riprendendo gradualmente la partecipazione alle vicende artistiche. È presente alla Quadriennale di Roma del 1948 e del 1952, alla Biennale di Venezia del 1952 e del 1960 e soprattutto alle mostre storiche del futurismo tenutesi alla Kunsthans di Zurigo nel 1950, a Palazzo Barberini a Roma nel 1959, al Kunstunseum di Winterthur e alla Stadlischen Gallery della Yale University e al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 1959. Nel 1967 aderisce alla dichiarazione-manifesto di «Futurismo Oggi» promossa da Enzo Benedetto. Un ritorno nella nativa Calabria è rappresentato dalle personali del 1969 e del 1972 alla Galleria La Bussola di Cosenza. È del 1995 la mostra antologica al Museo Civico di Rende (Cs).

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